La meditazione: uno strumento straordinario per vivere meglio. Ne parliamo con Raul Zoia

Foto meditazione

Quando parliamo di crescita e sviluppo personale sono diverse le tecniche che ciascuno di noi può decidere di utilizzare per il proprio percorso.

Tra queste riveste un ruolo in grande espansione la meditazione. Ma cos’è la meditazione? A cosa serve? Quando praticarla?

A queste e altre domande risponderà l’amico Raul Zoia, di origine spilimberghese, esperto di terapie manuali, medicine tradizionali, floriterapia, naturopatia, meditazione di diverse tradizioni e counsellor Mindfulness. Proprio in questi giorni è in uscita il suo libro #anchiopossomeditare, in formato cartaceo e ebook, dedicato appunto a questa straordinario “strumento” di crescita.

E a lui rivolgo subito la prima domanda…

 

  1. Partiamo da una domanda preliminare: che cos’è la meditazione ed in particolare come descriveresti la pratica Vipassana di cui ti occupi e che è al centro del tuo libro?

La prima domanda che pongo ai nuovi arrivati è di definirla in un solo termine: per me è “accorgersi”.  La pratica formale (il sedersi a meditare) ha lo scopo di imparare a convivere meglio col quotidiano, quindi, accorgersi di cosa “muove” internamente quanto si sperimenta nel vissuto e usare gli strumenti appresi. In questo sono decisive Samatha, il calmo dimorare, la pratica di concentrazione e Vipassana, la visione profonda, la pratica di consapevolezza; come ben sai, la costanza nell’applicazione aiuta a far proprio il lavoro, ritengo importante integrare i diversi strumenti; l’oggetto della pratica è il respiro.

 

  1. Come e perché ti sei avvicinato a questa disciplina?

Mi sono avvicinato per curiosità, ho sperimentato diverse tecniche per arrivare al lavoro che pratico.  Propongo un ritorno all’essenziale, senza fronzoli e riti. Ho scelto questo percorso per migliorare la qualità della vita: spesso racconto che sarei ricoverato in un reparto psichiatrico se non avessi approfondito…

 

  1. Quali sono i benefici che porta la meditazione?

Diversi: trovare una maggior centratura, relazionarsi meglio e comprendere quanto nasce dai rapporti, gestire meglio gli stati emotivi, la loro manifestazione e gli effetti, non identificarsi con quanto accade, quindi migliorare il benessere su tutti i piani, fisico, mentale, psichico, emozionale, energetico e spirituale, accogliere la propria storia…

 

  1. Parliamo di tempi. Quanto tempo di pratica è necessario mediamente per poter dire di padroneggiare la meditazione? E quanto tempo ritieni consigliabile dedicare alla pratica?

Il tempo tiranno… la costanza e la continuità sono fondamentali, prioritario farne una sana abitudine, quindi darsi un obiettivo temporale lungo, qualche anno per rendersi conto di come ci si trasforma, in seguito suggerisco di sperimentare un ritiro, una decina di giorni guidati da un insegnante di livello per un bel salto di qualità.

In passato venivano proposte sessioni di 45’/60′ e oltre, gli insegnanti moderni sostengono sono sufficienti 25’/30′: mi trovo d’accordo. È indicato e utile che chi pratica dedichi almeno 15’/20′ quotidianamente e trovi un gruppo dove praticare periodicamente, per avere un confronto e sostegno.

 

  1. Esistono momenti ideali per praticare o variano da persona a persona?

Ciascuno può individuare il proprio momento, secondo bioritmi e predisposizione, certo con la mente sveglia e riposata è ideale!

 

Foto equilibrio

 

  1. Hai un esercizio da suggerire per chi volesse avere un “assaggio” di meditazione?

Certo, semplicemente contattare l’azione del respiro e contare:

– da 1 a 10 ogni respiro (inspirazione ed espirazione) e da 10 a 1, riiniziando ogni volta che si perde il conto;

– da 1 a 300, come sopra.

Due esercizi utili a calmare e migliorare la concentrazione.

 

  1. Veniamo al tuo libro #anchiopossomeditare, in uscita in questi giorni: chi sono i destinatari e cosa troveranno nel testo?

Quanti vorranno provare ad avvicinarsi a sé stessi e al mondo della meditazione, molto ricco e, spesso, distante dalle persone “comuni”.

È un manuale accessibile a tutti per affrontare la pratica e gli impedimenti che si possono presentare.

Senso di inadeguatezza, disistima, scarso riconoscimento sono stati che nascono dal vissuto di ciascuno e con cui è bene riconciliarsi, la sensazione di vuoto che ne consegue si può lenire e sciogliere con due pratiche molto valide, Metta (dare amore a sé stessi e gli altri) e il Perdono.

 

  1. Che consigli ti senti di dare a chi desidera intraprendere un percorso di meditazione?

Di essere curioso, sperimentare diversi riferimenti finché non trova la via che più gli somiglia e cercare di portarla nel quotidiano.

 

  1. Raul, una domanda conclusiva: cosa ha rappresentato per te e cosa rappresenta oggi la meditazione?

Grazie per questa conclusione Fabio. I benefici della meditazione sono certo tanti: a mio parere è decisivo integrare la pratica con un lavoro sulla propria storia, tant’è che ci si potrebbe ritirare in un eremo per diverso tempo e ritrovare le dinamiche del vissuto tali e quali al rientro in società, riconoscere e accogliere la costellazione familiare, così come il tema natale, la costituzione psico-fisica, il carattere…  sono parte del percorso che ciascuno ha scelto di sperimentare, c’è la possibilità e il modo di lavorarci…

 

 

 

2 pensieri su “La meditazione: uno strumento straordinario per vivere meglio. Ne parliamo con Raul Zoia”

  1. Sempre molto interessanti i tuoi articoli, Fabio.
    Grazie e complimenti! Apprezzo la varietà dei tuoi suggerimenti e, appena ho del tempo, ti leggo sempre volentieri!
    Buona giornata, alla prossima mail!
    Fabiana

  2. Questi argomenti…sono molto interessanti e coinvolgenti…sicuramente non semplicissimi da mettere in pratica. Grazie Fabio…per renderci partecipi.

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