Ormai

Ormai

 

“Ormai è tardi” – Vasco Rossi

Questa parola, apparentemente innocua, è un muro altissimo che poniamo davanti a noi stessi e agli altri. Quante volte la usiamo senza darci peso?

Certe volte vale semplicemente come una constatazione, ad esempio quando troviamo la serranda abbassata e affermiamo “ormai il negozio è chiuso”. Ma molte altre volte vale come una condanna.

“Ormai non ce la puoi fare”, “ormai devi accontentarti di questo”, “un tempo avresti potuto avere successo, ma ormai…”.

Tutte frasi che bloccano (o vogliono bloccare) qualsiasi iniziativa e qualsiasi progresso. In base a cosa è ormai e quindi non si può più? In funzione di quali certezze?

Un aneddoto calcistico che rende l’idea.

Con un caro amico ero allo stadio a vedere la partita quando un centrocampista della mia squadra passò la palla all’attaccante sbagliando la misura. La palla non finì sui piedi del compagno ma qualche metro più avanti. Dopo un cenno di scatto, l’attaccante si fermò, era chiaro che nella sua mente risuonava ormai. I tifosi erano invece di diverso avviso e con modi non del tutto urbani esortarono vigorosamente l’attaccante a muoversi e a recuperare il pallone, cosa che il giocatore fece continuando poi l’azione… Quella parola stava sono nella sua testa, non nei fatti.

Un ormai in meno è una possibilità di azione e di cambiamento in più.

#‎parolechefannoladifferenza‬ #ormai

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